Daniela Nacucchi

Scrittrice di temi di confine.

 

La via iniziatica

 

Sul concetto di iniziazione - dal latino initium: inizio - spesso nella mentalità comune sorgono idee confuse, qualche volta al limite del ridicolo. L'iniziazione può essere definita, anzitutto, come un insieme di riti e pratiche che permettono all'individuo di accedere a una condizione spirituale superiore mediante la morte simbolica dell' "uomo vecchio" e la nascita dell' "uomo nuovo".

L'esoterista francese René Guénon, Maestro della Tradizione, una sorta di "codificatore" della materia, spesso un po' troppo perentorio nei suoi giudizi ma non certo tacciabile di poca chiarezza mentale, a difesa della regolarità iniziatica e dell'ortodossia della Tradizione introdusse concetti quali: pseudoiniziazione, pseudotradizione, eccetera (1). Per l'autore, tra gli errori di valutazione più frequenti vi è quello che assimila l'iniziazione a certi valori morali o sociali, sebbene non sia negabile che essa possa trovare applicazione anche in tali ambiti, ma si tratterebbe di un qualcosa che non ne costituisce lo scopo precipuo.

Il fine dell'iniziazione è soprattutto quello di liberare l'uomo dalle pastoie e non di fargli subire nuovi legami, come quelli già impostigli dall'esistenza condizionata. Altri errori sono, per l'esoterista francese, da individuarsi nell'illusione di comunicare con mondi falsamente ritenuti spirituali, ottenendo contatti con ciò che è solo diverso dal normale. Il Guénon al riguardo ribadisce il concetto, già riportato in altri testi, che troppo spesso si fa confusione tra lo psichico e lo spirituale. Per l'autore, infatti, alcuni, pensando di comunicare con ciò che è spirituale, attivano soltanto facoltà psichiche quali la chiaroveggenza, la chiaroudienza o cose analoghe, come spesso avviene nelle scuole pseudoiniziatiche dell'Occidente moderno, parodie della vera iniziazione. Tutto ciò che è psichico non può avere rapporto diretto con l'iniziazione che è mera trasmissione di un influsso spirituale in grado di produrre effetti dello stesso ordine.

Altre differenze esistono ancora per l'autore tra la religione e l'ambito iniziatico. La religione si occupa dell'essere umano nella sua individualità intesa in senso integrale, mirando a garantirgli le condizioni più favorevoli nello stesso stato, l'iniziazione invece tende a far trascendere i limiti umani. Per il Guénon va rimarcato come il contatto con gli stati superiori sia considerato un punto di partenza e non un fine, perché l'intervento dell'influenza spirituale deve consentire la presa di possesso attiva di tali stati, e non garantire la discesa della grazia come avviene in ambito religioso. Dalle tradizioni iniziatiche è altresì richiesta una particolare qualificazione, cioè una disposizione naturale, senza la quale ogni sforzo sarebbe inutile.

Indispensabile è per l'esoterista francese il collegamento a un'organizzazione tradizionale che non può, tuttavia, esentare dalla ricerca interiore che ognuno deve compiere da solo. Ne consegue che i depositari della conoscenza iniziatica non possono, come professori di scuola, limitarsi a insegnare nozioni che dovranno semplicemente essere memorizzate dagli allievi, ma devono comunicare un "Qualcosa" che per la sua stessa essenza è incomunicabile, ed è conseguibile solo attraverso le facoltà intuitive di ciascuno. Sono perciò stati da realizzare interiormente. Possono eventualmente essere insegnati metodi che servano da supporto per il lavoro, e anche per allontanare pericoli e ostacoli.

La Grande Opera ermetica non è in fondo che una delle espressioni simboliche dell'iniziazione. L'organizzazione iniziatica deve essere depositaria di un'influenza spirituale per poterla trasmettere a coloro che vi si collegano, e un'organizzazione in apparenza nuova sarà valida solo se si collega a una preesistente, in modo da non interrompere la continuità della «catena» iniziatica. Colui che conferisce l'iniziazione ad un altro è in realtà un «trasmettitore», poiché non opera come individuo, ma come appoggio di un'influenza non individuale: è un anello della «catena» la cui origine non fa parte dell'umano.

Contrariamente ad altri autori il Guénon è perentorio quando asserisce che non è possibile che ci si possa iniziare da soli: anche se può apparire che un soggetto abbia ottenuto un'iniziazione spontaneamente, in realtà esisterà sempre un collegamento con un Centro, anche se ciò non è affatto palese. Mentre le organizzazioni segrete hanno, appunto, dei segreti più o meno esteriori da custodire, il segreto iniziatico è tale per sua natura, consistendo nell'inesprimibile e nell'incomunicabile, perciò non può mai essere tradito perché inaccessibile ai profani. L'iniziazione non trasmette dunque il segreto medesimo bensì l'influenza spirituale che assume i riti come veicolo, e che permette al singolo il lavoro interiore, mediante il quale, utilizzando come appoggio i simboli, gli sarà possibile penetrare tale segreto più o meno interiormente e compiutamente in rapporto alle capacità individuali.

In relazione a tutto ciò, le interpretazioni più profonde del termine «mistero», designando l'inesprimibile, indicano ciò che si deve ricevere in silenzio, su cui non è cioè possibile discutere. I dogmi religiosi sono perciò misteri, verità sovrarazionali, al di sopra dell'individualità, perché vanno oltre ogni possibilità di discussione, anche se non appartengono al dominio iniziatico in senso stretto.

Per quanto riguarda la produzione di fenomeni straordinari, colui che ha conseguito un grado elevato di realizzazione iniziatica, possiede implicitamente i «poteri» senza l'obbligo di doverli sviluppare con "allenamenti", come accade in certi contesti, perché domina dall' "alto" le forze del mondo psichico, ma soprattutto l'esplicazione di tali poteri non ha per lui alcun interesse. Inoltre, il Guénon sottolinea che, fenomeni simili esteriormente, possono essere prodotti da cause del tutto diverse, per esempio restando in àmbito essoterico, cioè di dominio pubblico (termine contrapposto ad esoterico): molti casi di levitazione e di bilocazione possono essere attribuiti sia ai santi che agli stregoni. Le apparenze dei fenomeni sono dunque le stesse ma non le cause.

Infine, i simboli, in ragione del loro aspetto «non umano», racchiudono in sé un'influenza in grado di risvegliare le facoltà intuitive di chi medita su di loro.

 

Nota: (1) Guénon, R. Considerazioni sulla via iniziatica, Genova, il Basilisco, 1982.